[VIDEORECENSIONE] Assassin’s Creed IV: Black Flag

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[VIDEORECENSIONE] Assassin’s Creed IV: Black Flag

Assassin's Creed 4 Black FlagEdward Kenway e Ubisoft salutano la current gen a testa alta

Riuscire a proporre un ennesimo seguito senza cadere nel baratro della noia e banalità, è una sfida in cui diverse software house hanno deciso di cimentarsi. Escludendo i giochi sportivi, probabilmente gli esempi più lampanti di questi anni e chissà forse anche dell’imminente next-gen, li abbiamo con le saghe di Call of Duty ed Assassin’s Creed. Se per il primo non c’è da stupirsi, per il secondo probabilmente non molti agli esordi di questa serie, avrebbero scommesso che l’IP attualmente più significativa di Ubisoft sarebbe diventata una produzione a cadenza annuale, che con alti e bassi è riuscita ad accaparrarsi una significativa schiera di ammiratori. Questi ultimi sono rimasti ammaliati dalle gesta e vicissitudini dell’eterna lotta che vede assassini e templari scontrarsi in diversi luoghi ed epoche storiche. Arrivati a cavallo tra due generazioni, Ubisoft si è trovata a compiere delle scelte, e questo Assassin’s Creed IV: Black Flag ha il sapore di un arrivederci, ma con ottime aspettative per il futuro. Dopo il tanto criticato terzo capitolo, la software house di Montreal ha deciso di proporre un titolo che tiene a fede ai punti cardine della serie innestando alcune migliorie che si sono rivelate decisamente azzeccate. Dite addio alle colonie americane, è arrivata l’ora di trasferirsi nelle più calde e affascinanti terre caraibiche, a bordo di un vascello in qualità di capitano pirata, per la precisione capitan Edward James Kenway.

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Ecco il giovane Edward, nuovo protagonista di questo Assassin’s Creed

Siamo nel ‘700, periodo nel quale si sta vivendo la grande era della pirateria. Il protagonista di Black Flag è poco più che un ragazzo ventenne, che ha scelto la via del mare per soddisfare la sua sete di fama e potere. Le vicende hanno inizio quando Edward, naufragato su un’isola, deciderà di regolare i conti contro il fautore dell’incidente, un uomo assolutamente sconosciuto a lui, ma che indossa una veste che qualsiasi giocatore saprà riconoscere in men che non si dica. Con una battaglia dall’epilogo facilmente prevedibile, eccoci tramutati in assassini, almeno per quanto ne riguarda, inizialmente, l’aspetto. Edward infatti non ha minimamente idea a cosa va incontro e la sua spavalderia lo porta a raggiungere l’isola di L’Avana, primo vero luogo abitato visitabile tra le tante isole presenti nei Caraibi nonché inizio vero e proprio dell’avventura. Per quanto sia difficile eguagliare la bellezza e la particolarità delle città italiane viste nei precedenti Assassin’s Creed, il mondo di gioco di Black Flag è un ambiente suggestivo, con città popolate e vedute pittoresche, che saprà farsi apprezzare per la sua vastità e varietà. Tutto ciò che prima veniva esplorato verticalmente, come palazzi e chiese, è stato rimpiazzato con fortezze e alberi: risulta quindi essere un mondo si più vasto orizzontalmente, ma meno improntato alla scalata di altissime mura, anche se bisogna ammettere che muoversi agilmente tra i vari tetti e rami d’albero saprà comunque dare soddisfazioni. Non saranno solo le varie isole il terreno di gioco sul quale compiremo assassinii e pedinamenti, Black Flag darà ampiamente spazio a lunghe sequenze di navigazione nell’oceano, al fine di raggiungere il nostro prossimo obiettivo o più semplicemente dandoci la libertà di scegliere la prossima isola su cui attraccare.

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Gli arrembaggi sono il meritato epilogo di qualsiasi battaglia piratesca

Le solcate marittime a bordo della Jackdaw, la nostra nave pirata, sono una parte importantissima del gameplay di Black Flag, si tratta sostanzialmente di un’evoluzione di quanto già assaggiato nel terzo capitolo. Una volta preso in mano il timone potremo decidere se intraprendere un tranquillo viaggio per le isole oppure potremo imbastire battaglie contro qualsiasi imbarcazione ci si pari davanti. Grazie alle file di cannoni laterali potremo infliggere pesanti danni ai vascelli nemici, magari dopo averli rallentati con l’uso di palle di cannone incatenate lanciate dalle bocche di fuoco presenti a prua, o da barili esplosivi lasciati cadere da poppa. Una volta indebolita a sufficienza l’imbarcazione avversaria sarà possibile lanciarsi all’arrembaggio, ottenendo come ricompense materiali da rivendere preso gli empori delle varie isole, fattore di prim’ordine per finanziare le nostre tasche che saranno spesso e volentieri vuote vista la necessità di acquistare migliorie per la Jackdaw. Tra le varie personalizzazioni sono presenti gli upgrade per i cannoni, armi a distanza quali i mortai oppure degli arieti utili per attaccare le navi in maniera frontale e diretta, nonché migliorie sia estetiche, come vele e polene, sia strutturali, come stive più capienti per trasportare un maggior numero di armi e marinai. Essendo una ciurma di pirati, tutto ciò che combineremo per i mari non tarderà ad arrivare alle orecchie di cacciatori che presto o tardi si presenteranno alla nostra porta, ed ovviamente busseranno senza troppi complimenti a suon di cannonate. Infine non mancherà nemmeno la possibilità di cacciare grossi squali o balene, con tutti i benefici economici correlati.

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Non è proprio il più simpatico pesciolino che avremmo voluto cacciare…

Una volta sbarcati invece ritroveremo ciò che Assassin’s Creed ha sempre saputo offrire, ovvero un gameplay basato su un combat system ormai collaudato e missioni primarie e secondarie che variano tra omicidi, pedinamenti e ricerca di collezionabili. Edward avrà a disposizione due spade e diverse pistole( più esse saranno numerose e più potremo far fuoco senza perder tempo nelle lunghe ricariche) oltre ad altri diversivi come le bombe fumogene che si riveleranno utili nelle situazioni più critiche. La difficoltà delle battaglie tuttavia non sarà mai molto alta, il nostro pirata saprà sempre destreggiarsi in maniera quasi perfetta grazie alla possibilità di combinare attacchi, contrattacchi e spezza guardia e i nemici, benché possano essere numerosi, tenderanno sempre ad attaccare in solitaria, eccezion fatta per chi sarà munito di pistole o fucili. Un Assassin’s Creed non sarebbe tale senza le lame celate, che come sempre saranno l’arma migliore e più rapida per omicidi silenziosi o per gli spettacolari attacchi dall’alto. Ma le battaglie non si combattono solo a viso aperto, visto che è stata riposta anche una discreta enfasi alle sequenze stealth; non sarà raro infatti prediligere attacchi silenziosi a battaglie sanguinarie, complice anche il fatto che nelle ambientazioni saranno presenti in maniera massiccia zone con erba alta, carri di fieno oppure porte nelle quali è possibile entrare e nascondersi. Quando la vostra sete di sangue sarà soddisfatta potrete dedicarvi ad altre attività, quali le immancabili sincronizzazioni eseguibili nei posti più alti delle mappe, la caccia di animali selvatici dai quali potrete ricavare materiali da rivendere o per gli upgrade dell’equipaggiamento, giochi da tavolo con scommesse annesse, reclutamento di componenti per la ciurma, ottenimento di informazioni utili previo pagamento, senza dimenticare le missioni che vi vedranno contro i templari. Un piccolo appunto su queste ultime: ciò che è sempre stato un elemento di spicco delle storie precedenti, in Black Flag viene considerato quasi come un ruolo secondario, lasciando il palcoscenico più importante alle vicissitudini della vita di Edward e allo svolgersi della trama, dando una svecchiata al titolo. Infine, una menzione speciale riguarda le sequenze nel presente: la Abstergo Entertainment pare ora essere una software house, dallo spiccato accento francese, in procinto di lanciare un videogioco basato sulla costruzione di avventure legate ai ricordi degli antenati delle persone, resi tangibili grazie all’Animus. Vi dice niente tutto questo?

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Numerosi nemici vi si pareranno davanti. Date sfogo alla furia assassina che risiede in voi!

Assassin’s Creed IV, sulla current gen, gira con lo stesso motore grafico del precedente capitolo, garantendo una buona resa grafica con il sacrificio di effetti spettacolari, probabilmente anche a favore di un’impostazione generale che vede tutto il mondo esplorabile senza nessun caricamento, e vista la grandezza della mappa si rivela un ottimo compromesso. Alcune texture risulteranno sgranate e poco apprezzabili, ma dal punto di vista generale il gioco, come anticipato, si difende bene grazie alla qualità dei paesaggi e dei modelli poligonali dei protagonisti principali. Il doppiaggio in italiano è di livello discreto, non sicuramente tra le migliori produzioni, alcuni cali del volume nelle sequenze parlate vanno in contrasto con la musica di sottofondo, che si rivela essere invece di qualità ben più elevata e perfettamente a tema con il mondo piratesco in cui siamo catapultati. Per scoprire tutto ciò che Black Flag ha da offrire, tra storia e missioni secondarie, macinerete almeno una cinquantina di ore, le quali aumenteranno grazie all’immancabile modalità multi giocatore presente anche nei precedenti capitoli, senza tuttavia grossi cambiamenti.

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I vostri amichevoli capitani pirati di quartiere…

Ubisoft è riuscita a creare un buonissimo gioco, il seguito di un franchise che ha visto l’apice agli esordi per poi cadere più vistosamente con il terzo capitolo, un titolo divertente ed ampio e che, nonostante alcuni legami con le meccaniche passate, riesce a dare una rinfrescata ad una delle serie videoludiche più apprezzate degli ultimi anni. Un titolo caldamente da consigliare anche a chi è rimasto meno affascinato dalle storie di assassini e templari e, soprattutto, a chi è rimasto scottato dal terzo capitolo.

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  • Un vasto mondo da esplorare
  • Alcuni personaggi carismatici
  • Brand svecchiato

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  • Alcune animazioni non convincono
  • Doppiaggio non esaltante
  • Alcune quest risultano ripetitive

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Scritto da: Max "OminoGiallo" Andreon

Giallo di nome ma non (più) di chioma, è un individuo atipico se confrontato ai suoi simili. Preferisce di gran lunga un joypad usurato ad una quattroruote super-sportiva. Una persona che ha bisogno dei suoi spazi intimi giornalieri con la console. La preferita? La giapponese, sia per il gaming che per il gentilsesso. Ringrazia N per averlo svezzato ludicamente, a pane e Mario-Tetris.

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